IN MEMORIA DEI CADUTI

 PER LA PACE.

 

 

I Carabinieri

Nassiriya (Iraq)  12 Novembre 2003

   
 

Una vita dedicata agli altri dopo la morte del figlio

GIUSEPPE COLETTA: 38 anni, originario di Avola (Siracusa) ma da tempo residente a San Vitaliano, in Campania, vicebrigadiere in servizio al comando provinciale di Castello di Cisterna (Napoli); sposato e padre di una bambina di due anni.

ALFIO RAGAZZI: 39 anni, maresciallo dei carabinieri in servizio al Ris di Messina, sposato e con due figli di 13 e 7 anni. Era partito in luglio e sarebbe dovuto rientrare a Messina sabato prossimo: i familiari stavano già preparando la festa. Era specializzato nelle tecniche di sopralluogo e rilevamento e il suo compito era quello di istruire la polizia locale.

GIOVANNI CAVALLARO: 47 anni, nato in provincia di Messina e residente a Nizza Monferrato, maresciallo in servizio al comando provinciale di Asti. Era noto con il soprannome di "Serpico". Lascia la moglie e la piccola Lucrezia, 4 anni. Era già stato impegnato in altre missioni in Kosovo e in Macedonia. Era da tre mesi in Iraq e stava per rientrare a casa. Ieri sera aveva telefonato alla moglie: «Sto preparando la mia roba, sabato finalmente torno da te e da Lucrezia. Ho voglia di abbracciarvi».

Il ragazzo con l’uniforme

DANIELE GHIONE: 30 anni, di Finale Ligure (Savona), maresciallo dei carabinieri in servizio nella compagnia Gorizia. Era Sposato da poco. Era stato ausiliario dell' Arma, poi si era congedato e iscritto all' Associazione carabinieri in congedo. Era ritornato ad indossare la divisa vincendo un concorso per maresciallo.

MASSIMILIANO BRUNO: 40 anni, maresciallo dei carabinieri di origine bolognese, biologo in forza al Raggruppamento Investigazioni scientifiche (Racis) di Roma. Viveva con la moglie a Civitavecchia. I genitori e un fratello vivono a Bologna.
 

Morto per la divisa

ORAZIO MAJORANA: 29 anni, di Catania, carabiniere scelto in servizio nel battaglione Laives-Leifers in provincia di Bolzano. L' anziano padre ha appreso la notizia in Svizzera, dove si trovava per sottoporsi ad alcune visite mediche. È rientrato d' urgenza a Catania.

FILIPPO MERLINO: 40 anni, originario di Sant' Arcangelo (Potenza), sposato. Con il grado di maresciallo comandava la stazione dei carabinieri di Viadana (Mantova). È morto nell' ospedale di Nassirya dove era stato portato gravmente ferito.
 

DOMENICO INTRAVAIA: 46 anni, di Monreale, appuntato dei Cc in servizio al comando provinciale di Palermo; sposato e con due figli di 16 e 12 anni. Lascia anche l' anziana madre, il fratello gemello e due sorelle. Era partito per l'Iraq quattro mesi fa e sarebbe dovuto rientrare fra tre giorni. Era già stato in missione a Sarajevo. I due figli tenevano un calendario da cui cancellavano i giorni che mancavano al ritorno del padre. La notizia ha gettato la moglie nella disperazione: «Voglio morire, senza mio marito la mia vita non ha senso».

La passione per l’arte e la storia

Con il nome di battaglia di «Frank» aveva sedato la rivolta nel carcere di Trani nell’80. Era nel Gis, allora, il Gruppo Intervento Speciale dei carabinieri, di cui era tra i fondatori. Un paracadutista vero, Enzo Fregosi, 56 anni, ex comandante dei Nas di Livorno. Aveva lasciato il nucleo antisofisticazione pochi mesi fa perché, come diceva ai colleghi, «ad una certa età uno mette la testa a posto». Invece, non aveva resistito alla missione in Iraq. «Aveva una passione per l’arte e la storia. Magari è partito perché sperava di proteggere quei tesori che rischiavano di andare dispersi», racconta Alessandro Balzano, il tabaccaio dove la signora Paola Fregosi ha acquistato fino a ieri le tessere internazionali per telefonare al marito lontano. I figli, Maria Allegra e Pietro, una studentessa universitaria e un cadetto carabiniere, aspettavano le storie che avrebbe narrato al ritorno: la cultura di ieri e l’azione di oggi.

ALFONSO TRINCONE: 44 anni, era originario di Pozzuoli (Napoli) ma risiedeva a Roma con la moglie e i tre figli. Il sottufficiale era in forze al Noe, il Nucleo operativo ecologico che dipende dal Ministero dell' Ambiente.

IVAN GHITTI: 30 anni, milanese, carabiniere di stanza al 13/mo Reggimento Gorizia. Era alla sua quarta missione di pace all' estero, dopo essere stato tre volte in Bosnia. Lascia i genitori e una sorella. Ieri sera lo hanno sentito per l' ultima volta al telefono: «Era assolutamente sereno e tranquillo».

ANDREA FILIPPA: 33 anni, torinese, carabiniere dall' età di 19. Era esperto di missioni all' estero che lo tenevano costantemente lontano da casa. Prestava servizio a Gorizia presso il 13/o Battaglione Carabinieri. Viveva a San Pier D'Isonzo insieme alla giovane moglie, sposata nel 1998.
   
   
     
     
     
       

 

I Militari

Nassiriya (Iraq)  12 Novembre 2003

   
 

MASSIMO FICUCIELLO:35 anni, tenente dell' esercito, figlio del gen. Alberto Ficuciello. Funzionario di banca, aveva chiesto di poter tornare in servizio attivo con il suo grado di tenente proprio per partecipare alla missione «Antica Babilonia». Grazie alla sua conoscenza delle lingue era stato inserito nella cellula Pubblica Informazione del col.Scalas. Questa mattina aveva avuto l' incarico di accompagnare nei sopralluoghi i produttori di un film-documentario sui «Soldati di pace». Prima dell' attentato, il titolo, provvisorio, era stato cambiato in «Babilonia terra fra due fuochi».

Voleva imparare l’arabo
Silvio Olla era l’amico dei giornalisti. Parlava benissimo l’inglese, e cominciava pure ad imparare la lingua araba. Aiutava i corrispondenti di guerra italiani che capitavano nella provincia di Dhi Qar. 32 anni, da Isola Sant’Antioco, Cagliari. Laureato in Scienze politiche, era maresciallo, in forza alla cellula Pubblica Informazione del colonnello Gianfranco Scalas. Famiglia di carabinieri e militari, la sua. Padre maresciallo e fratello maggiore carrista. Tra i colleghi, c’è un cameraman della Rai appena rientrato dall’Iraq, Alberto Calvi, che lo piange: «E’ stato colpito un esercito di pace. I nostri ragazzi in tante operazioni di “peacekeeping” hanno dimostrato una comprensione del disagio come nessun altro al mondo. Per questo la loro morte è la più ingiusta, la più ingiustificata».

ALESSANDRO CARRISI: 23 anni, di Trepuzzi (Lecce), caporale volontario in ferma breve, anche lui in servizio nel 6/o Reggimento trasporti di Budrio. Era partito per l' Iraq da poche settimane. Lascia i genitori, un fratello e una sorella. Ieri sera l'ultima telefonata a casa: «Tutto va bene. Sto andando a letto».

PIETRO PETRUCCI 22 anni, caporalmaggiore.. Volontario in ferma breve, 22 anni: aveva scelto l'esercito come alternativa alla disoccupazione è  la 19esima vittima italiana dell'attentato a Nassiriya. Il suo nome si è aggiunto alla lista delle perdite dopo che, ferito gravemente nell'attacco kamikaze alla base italiana, gli è stata decretata la morte cerebrale: i suoi genitori hanno deciso di staccare le macchine che lo tenevano in vita e donare i suoi organi.

   
   
     
     
     
       

 

I Civili

Nassiriya (Iraq)  12 Novembre 2003

   
 

Nell'attentato sono state coinvolte anche due persone che stavano facendo i sopralluoghi per un film documentario che avrebbe dovuto girare il regista Massimo Spano: sono loro le vittime civili dell'esplosione.
Si tratta del produttore esecutivo Stefano Rolla e di Marco Beci, funzionario della cooperazione italiana in Iraq.
«Non si trattava di una troupe - spiega il regista - ma del produttore esecutivo e organizzatore del film e del suo assistente. Erano stati in quei luoghi per 21 giorni tra giugno e luglio scorso e avevano stabilito una bella relazione con i militari italiani, con i carabinieri e aveva anche potuto vedere quanto la popolazione locale apprezzava gli italiani».