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Il comandante boccia l’omicidio stradale: si rischia la patente per incidenti banali (Codice Stradale)

comandante-Sergio-Bedessi Per quanto riguarda gli incidenti stradali il 2016 secondo le stime del comandante Sergio Bedessi (nella foto) dovrebbe chiudersi intorno ai 660. «Il numero degli incidenti è particolarmente basso se confrontato con città simili - sottolinea - sia per le attività di prevenzione e di controllo (e anche di educazione stradale, da anni portate avanti nelle scuole, per cui questi cittadini oggi sono adulti), che per i comportamenti sostanzialmente corretti degli automobilisti.

Va notato però - aggiunge - che da alcuni anni la polizia locale (e in genere gli organi di polizia stradale) intervengono meno su chiamata; infatti se non ci sono feriti o se i feriti sono lievi i coinvolti nell’incidente preferiscono fare la constatazione amichevole, consapevoli che l’intervento di un organo di polizia può portare a sanzioni». E non è finita qui.
Da aggiungere che la riforma relativa al cosiddetto “omicidio stradale” - rimarca Bedessi - ha aggravato ulteriormente, in questo senso, le cose; per un incidente tutto sommato banale (esempio: un tamponamento) se derivano lesioni gravi (e questo può accadere anche per un colpo di frusta - prognosi superiore a 40 giorni, magari per effetto di più certificati), si rischia la revoca della patente con il divieto di conseguirla nuovamente prima di 5 anni! La nuova legge ha fra l’altro avuto l’effetto di consegnare molti casi di incidenti stradali con feriti al giudice penale anche quando la persona offesa sia stata risarcita del danno.

In più va notato che il Parlamento, sull’onda emotiva dei fatti di cronaca che hanno portato alla norma sull’omicidio stradale (ma che riguarda anche le lesioni), ha generato una riforma produttiva di migliaia di procedimenti per fatti anche di minima entità, con atti di accertamento particolarmente complessi, con il conseguente inevitabile sovraccarico degli uffici giudiziari e di polizia stradale e, per i casi banali, addirittura il timore per il cittadino di chiamare l’organo di polizia.

FONTE: MessaggeroVeneto - 01 novembre 2016