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Lignano Proteste per i rumori e i turisti se ne vanno (Eventi e Feste a Lignano)

Lignano. Un bolognese: dopo il concerto lavori tutta la notte Una friulana: mancanza di sensibilità nei confronti di disabili

LIGNANO. Rumori, musica alta, disagi, pochi servizi. E capita, a volte, che i turisti da Lignano scappino. Anche prima della fine delle vacanze. Oppure decidono di scrivere una lettera al Comune per segnalare ciò ha rovinato loro le ferie. Come ha fatto il dottor Alessandro Morandafrasca di Bologna, che soggiornava con la propria famiglia in un hotel sul lungomare Trieste. Oggetto della protesta il Festival show andato in scena alla Beach arena.

«Dopo la conclusione del concerto iniziato alle 21.30 e il completo deflusso del pubblico – scrive –, gli organizzatori hanno avviato un vero e proprio cantiere notturno con utilizzo di muletti, gru, bilici e numeroso personale, teso allo smontaggio delle attrezzature e della stessa struttura portante del palco, che è proseguito senza soluzione di continuità per tutta la notte, tanto che verso le 8 del mattino le strutture erano state in gran parte asportate; i lavori sono proseguiti poi per tutta la mattinata e si sono conclusi nel primo pomeriggio. Il rumore del cantiere ha di fatto impedito il riposo per tutta la notte».

Si chiede se ci siano state tutte le autorizzazioni necessarie, ma in ogni caso la sua decisione l’ha presa: «Non tornerò mai più a Lignano con la mia famiglia e sarà mia premura consigliare a tutti i parenti, amici e colleghi di lavoro di non venirci a trascorrere le ferie a meno che non vogliano fare nottate in bianco dopo giornate di cantiere».

Se n’è andata via prima del previsto Augusta Renata Vecchini di Udine, ma residente a Milano. Ha deciso di rinunciare alle ferie dopo una serie di traversie per il posto auto. Lei, disabile, non riuscendo a trovare un parcheggio vicino al suo alloggio, aveva lasciato la vettura di un’area di carico e scarico. «Effettivamente stavo scaricando l’auto – racconta – e camminando con l’ausilio delle stampelle mi sono trovata costretta a fare tantissimi viaggi portando le mie cose nello zaino. Avendo poca autonomia per quanto riguarda il respiro ho impiegato diverso tempo. I vigili non hanno impiegato molto a staccare una contravvenzione inserendo nelle note che era ben visibile il pass invalidi. Morale della favola il mattino successivo ho cercato un ufficio postale e pagato la multa.

Non si ratta dei 28 euro, quanto della mancanza di sensibilità nei confronti delle persone disabili. Sono tornata a casa e rifatto i bagagli. Da notare che il bar sotto casa ha tenuto il volume altissimo della musica fin dopo l’una, ma lì non c’era traccia dei vigili».

FONTE: MessaggeroVeneto - 24 Agosto 2016